A Trame si lamenta la mancata discussione sul terzo scioglimento comunale, ma non se ne discute

Sulla domanda di Bolzoni della resa dei commissari straordinari in questi mesi di gestione amministrativa entrambi i relatori glissano

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Cambio di location causa pioggia da piazzetta San Domenico ai corridoi del chiostro di San Domenico, con buona pace di safety e security, per gli appuntamenti odierni ostacolati da Giove Pluvio nell’ambito di Trame.
    Anche il primo degli unici due incontri su Lamezia non fa eccezione, iniziando con mezz’ora di ritardo, ma nel dialogo su «La notte della città» Mario De Grazia e Vittorio Mete non entrano mai veramente nel merito dei 3 scioglimenti del consiglio comunale di Lamezia Terme, evocati come casistica ed infarciti di analisi generica o demagogia di specie. Il giornalista di Repubblica, e Attilio Bolzoni, prova a capire un territorio non suo, e se la narrazione è sui 3 scioglimenti dei consigli comunali, riepiloga i risultati delle forze dell’ordine ed elogia le amministrazioni di centrosinistra per come descritte nel libro (in platea presenti gli ex sindaci Speranza e Lo Moro), seguendo la linea di accusa agli elettori che votando altro hanno portato allo scioglimento. Nell’ultima relazione che ha portato allo scioglimento si parla però anche di continuità con la precedente amministrazione, così come ne sono citati atti amministrativi, ma nel dibattito di Trame questo rimane fuori.
    «Il caso Lamezia ci fa capire che al Sud qualcosa è mancato a livello culturale», interroga così il giornalista di Repubblica, non nascondendo però una questione di rivalità politiche a livello nazionale in casi precedenti.
    Mete ricorda i suoi studi, richiama “la quiete dopo la tempesta” degli scioglimenti reputando che «la città non fa tesoro di quanto avvenuto, a Lamezia come altrove» perché «la legittimità degli scioglimenti ha una percezione bassa, i cittadini non riconoscono i commissari come le medesime autorità», ma sposa l’idea del bocciare l’assenza nell’attuale normativa di una difesa da parte dei primi cittadini delle amministrazioni sciolte perché «tra Ministro e sindaco non c’è un vero confronto. E’ successo ora, successo nel caso precedente in cui il plico contenente la difesa dell’allora sindaco Scaramuzzino non fu neanche fatto aprire dall’allora Ministro Pisanu».
    Per De Grazia invece «siamo come città disattenti a quello che è successo. Non si è ragionato su ciò che ha portato al terzo scioglimento, la distanza tra i due estremi è molto labile», lamentando come «l’atteggiamento non può essere l’autoassoluzione dando le colpe ad altri, né rifiutare di parlarne», ma a tali premesse segue un panegirico su politica e temi sociali con spruzzi di retorica chiuso con un «di scioglimento se ne deve parlare», ma delle cause che hanno portato al terzo scioglimento anche qui non se ne parla, né dell’assenza di atti revocati poiché ritenuti inficiati da interessi illeciti in questi 7 mesi di commissariamento in via Perugini.
    Si citano invece dichiarazioni dei procuratori Mazzotta e Vitello preoccupati per l’ingerenza della criminalità nel loro periodo di presenza a Lamezia, quando però le amministrazioni erano di centrosinistra senza alcun scioglimento avvenuto, attaccando le liste plurime del centrodestra perché «non sarà mafia, ma rischia di imbarcare chiunque» arrivando così a citare il candidato indagato poiché citato in un traffico internazionale di droga e l’indagine sul padre di un altro candidato accusato di aver comprato voti al figlio. Nessun accenno invece a Crisalide, unica indagine che per il Ministro Minniti ha avuto gli estremi per chiedere l’incandidabilità di Paladino e Pasqualino Ruberto, oltre al sindaco Mascaro per atti amministrativi, sul cui pronunciamento è ancora attesa la sentenza del Tribunale.
    Bolzoni prova a far diventare il dibattito più contestuale, a far emergere nomi o dati, ma si rimane sempre nel generico. Per Mete «la realtà della criminalità calabrese è molto variegata, non possiamo avere la stessa lettura. Ci sono gruppi di potere che non sono prettamente mafiosi, ci son studi di gruppo di casi in tutta Italia in cui la Mafia è secondaria rispetto a gruppi economici e di potere. C’è tutta un’isola grigia di illegalità che va oltre a come ci viene raccontata la mafia», e su tale argomento Bolzoni cita le infiltrazioni nella ricostruzione post terremoto de L’Aquila, territorio da cui arriva proprio l’ex Prefetto Alecci, attuale presidente della terna commissariale (unico dei 3 ad essere presente dal lunedì al venerdì in via Perugini, ma trovando alloggio a Catanzaro).
    De Grazia punta il dito contro «gli imprenditori di un certo tipo che in questa città sono scomparsi, ormai l’assetto economico è mutato» anche se citando «la presenza di 30 istituti bancari a pochi metri di distanza, sintomo di ricchezza che però non c’è» emerge come il quadro preso in analisi sia alquanto antiquato rispetto all’attuale cittadino.
    «L’unica classe dominante esistente è quella politica», reputa così De Grazia, sostenendo che «tutti devono richiamare all’attenzione, dalla società civile alla stampa che deve cercare e non aspettare le notizie» anche se parlando di Lamezia non c’è alcun riferimento a quanto scritto dai giornalisti locali, che a Trame continuano ad avere diritto di cittadinanza a senso alternato (ma quanto meno sono stati coinvolti negli incontri scolastici avvenuti prima di giugno), «latitano le parrocchie su questi temi, lasciando il tutto a magistratura, forze dell’ordine e politica. Ma anche qui: il dibattito politico non deve essere sul nome da dare al gruppo o movimento, se sia giusto o meno ammettere o no chi è stato coinvolto nello scioglimento, serve autocritica sulle responsabilità» compito già svolto dal ministero dell’Interno sul piano istituzionale. Non improbabile che a questo punto uno dei prossimi claim in campagna elettorale sia la responsabilità politica al di là di quanto sentenziato dai giudici chiamati a decidere.
    Sulla domanda di Bolzoni della resa dei commissari straordinari in questi mesi di gestione amministrativa entrambi i relatori glissano, senza citare nessuna delle polemiche nate in questi 6 mesi, o atti in continuità con l’amministrazione sciolta, o i problemi che la macchina burocratica ha da tempo o le responsabilità degli stessi dirigenti e dipendenti sugli atti amministrativi contestati dalla commissione d’accesso. Ma magari a rispondere in questo caso sarebbe stato meglio qualcuno più vicino alla vita reale cittadina.
    Il che non avverrà neanche domani quando alle 21.30 a Palazzo Nicotera (pioggia permettendo) sarà proiettata l’inchiesta di Carlo Puca (giornalista natio di Napoli di Panorama) su “Lamezia Terme: La città involontaria” per la regia di Giuseppe Di Pasquale e l’esibizione live del rapper lametino DC aka Frank Dcnatra.

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