«Una parte importante di questo progetto è quella di scavare per trovare le proprie radici»

All'interno del progetto Vacantiandu si terrà presso il liceo Campanella il laboratorio con il musicista Pierluigi Virelli, con esibizione finale prevista per il 23 marzo.

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    All’interno del progetto Vacantiandu si terrà presso il liceo Campanella il laboratorio con il musicista Pierluigi Virelli, con esibizione finale prevista per il 23 marzo.
    Nella conferenza stampa, organizzata nell’ingresso dell’auditorium dell’istituto, Giovanna Villella, responsabile comunicazione progetto Vacantiandu, ha così sottolineato le intenzioni del laboratorio, sviscerando il curriculum dell’artista ma anche la peculiarità dell’integrazione tra strumenti della tradizione e quelli più moderni.
    Nico Morelli, direttore artistico Vacantiandu, non nasconde che «finalmente riusciamo a fare qualcosa a Lamezia Terme, dopo mesi difficili per il mondo della cultura e lo sport a livello strutturale. Torniamo al Campanella dopo l’esperienza teatrale dello scorso anno, volendo puntare in questa stagione sul lato musicale. Virelli è stato protagonista con noi già di alcuni concerti in giro per la Calabria, e da quella esperienza abbiamo deciso di portare questa forma musicale come laboratorio scolastico».
    Giovanni Martello, dirigente scolastico Liceo Campanella, non nasconde la speranza che a marzo siano finiti i lavori di messa a norma dell’auditorium per poter ospitare l’evento finale e poter sfruttare al massimo l’indirizzo musicale presente nel liceo, soffermandosi poi anche sulla riscoperta della tradizione e della cultura, in ambito di identità, in epoca di globalizzazione. «Una parte importante di questo progetto è quella di scavare per trovare le proprie radici», spiega il dirigente, «un pezzo suonato con la chitarra battente non avrà lo stesso suono di quello con la classica. Ma anche nelle tarantelle ci sono modi diversi e mondi differenti tra quella dell’area di Reggio Calabria e quella a noi più tradizionale legata all’area di Conflenti».
    Di «grande opportunità di poter avere a che fare con ragazzi che stanno costruendo tramite lo studio la propria formazione» parla Virelli, ricordando come «negli ultimi 14 anni ho vissuto e suonato per lo più all’estero, ritagliando ogni anno fino a 4 mesi per andare a vivere con i pastori per studiare al meglio la tradizione calabrese e non solo dal lato musicale».
    Il progetto consisterà in 10 incontri «non per imparare a suonare uno strumento, ma imparare a conoscerlo» precisa il musicista originario della provincia di Crotone, «riscoprire i riti che nel tempo sono andati dimenticati, cosa serviva a variare il ritmo della propria vita sia sul lavoro che nell’ambito di occasioni liete e meno».
    Il titolo “suono accanto” unisce così le esperienze avute all’estero dell’artista, l’uso delle moderne tecnologie, ma nell’ottica sociologica ed educativa di una tradizione e sapere precedente «con suoni che sono presenti geneticamente in ognuno di noi» reputa Virelli collegando anche l’ambito accademico, matematico e filosofico a quello musicale e della costruzione degli strumenti, citando anche il record calabrese nel Mediterraneo per maggior numero di diversi tipi di zampogne.

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