Lamezia nell’azienda ospedaliera di Catanzaro con ancora l’idea Trauma Center nella proposta che Scalzo porterà in consiglio regionale

Si propone di riequilibrare l'offerta sulle due coste, dando una specificità all'ospedale di Lamezia Terme che attualmente rimane all'interno dell'Asp di Catanzaro, ente non compreso tra quelli prossimi all'accorpamento.

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    Anni dopo le proteste contro l’accorpamento nell’Asp di Catanzaro dell’ex Asl di Lamezia Terme, alcuni dei medesimi protagonisti riuniti in diverse sigle (Comitato salviamo la sanità del lametino, Cittadinanzattiva, Comitato Malati Cronici) si schierano a favore dell’ulteriore unione della sanità lametina a quella catanzarese, in ottica della nuova azienda sanitaria che dovrebbe fondere le 3 realtà ospedaliere presenti nel capoluogo di regione. Ulteriore passaggio dovrà avvenire in consiglio regionale, con il fronte lametino portato in aula dal consigliere Scalzo, che con l’occasione “scongela” anche la proposta del Trauma Center nel pacchetto da portare in discussione a Reggio Calabria.
    Nel report consegnato dalle sigle all’esponente del Pd nella sede regionale di Cittadinanzattiva (ovvero l’ex guardia medica di Nicastro che l’Asp ha dato in affidamento all’associazione) si riepilogano le norme in essere, i dati della sanità nell’ambito regionale sotto la gestione commissariale di Massimo Scura, reputando sbilanciata verso la costa ionica l’offerta provinciale e dimostrando anche perplessità sull’attuale fase del centro protesi Inail di stanza nell’area industriale. Si propone invece di riequilibrare l’offerta sulle due coste, dando una specificità all’ospedale di Lamezia Terme che attualmente rimane all’interno dell’Asp di Catanzaro, ente non compreso tra quelli prossimi all’accorpamento.
    Il resto della conferenza è così un refrain dei disagi attuali e passati in via Perugini, delle responsabilità della politica (ma il settore, di competenza regionale e non comunale, è commissariato da anni), delle battaglie dei comitati civici che oltre a comunicati e manifestazioni grossi risultati non hanno ottenuto negli anni. Si chiede così nuovamente l’appoggio della cittadinanza, prevedendo ulteriori disagi in caso di non accoglimento della propria prosta da parte del consiglio regionale.
    Gi.Ga.

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