Consegnate le chiavi a fine gennaio 2016, sul finire del 2023 potrebbe aprire ad eventi culturali l’ex Teatro Russo fotogallery

Il passare del tempo e del non utilizzo ha però tracce del tutto evidenti nei 186 mq divisi in 4 vani più cortile, con arredi comprati da traslocare ed altri da acquistare

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Il verbale impolverato della consegna chiavi dalla ditta esecutrice dei lavori all’amministrazione comunale porta la data del 26 gennaio 2016, con copia cartacea che ha atteso su un impianto di climatizzazione i consiglieri comunali che questa mattina insieme all’assessore Giorgia Gargano hanno effettuato il sopralluogo nell’ex Teatro Russo in via Federico II.

Scaduto il vincolo dei fondi ottenuti dall’amministrazione Speranza per l’integrazione di stranieri (evenienza che questa mattina si supponeva invece non potesse valere per l’ex palazzo della cultura tra via De Filippis e via della Quercia Antica, che dopo la conversione ad hub vaccinale ora dovrebbe nuovamente essere destinato ad attività non scolastiche ma di progetti legati all’accoglienza mentre il Comune ha rinnovato il contratto telefonico), la Gargano annuncia che sarà fatta a breve la delibera di giunta per stabilire le tariffe di uso dell’immobile nel centro storico di Nicastro a scopo culturale: se l’amministrazione ha inserito il bene comunale all’interno del progetto presentato a valere sui fondi regionali, le singole associazioni potranno prenotare l’uso della sala per proprie attività pagando il periodo di utilizzo direttamente a via Perugini.

Da prevedere le spese per l’allestimento con l’acquisto di sedie, un palco modulare, pannelli laterali, telo proiezioni e illuminazione per mostre, mentre le attrezzature per cucinare e gli arredi comprati inizialmente per il cohousing attualmente sono ancora imballati e potrebbero essere trasferiti a casa Alzal, ovvero in un altro immobile comunale con destinazione sociale (in questo caso per le attività dell’associazione ricerca neurogenetica destinate a persone affette da demenza di grado medio-moderato).

Il passare del tempo e del non utilizzo ha però tracce del tutto evidenti nei 186 mq divisi in 4 vani più cortile: un po’ di erba spunta dalle scale anteriori non proprio agevoli, mentre per superare le barriere architettoniche il sistema meccanico esistente sull’entrata posteriore è ormai arrugginito; segni sia interni che esterni di problemi di umidità; cortile interno con spazzatura, lamentata anche dalla finestra da una vicina, sebbene il bene sia chiuso con l’area scoperta su cui affacciano due proprietà private (ed oggetti come una bacinella, contenitori di liquidi, pali di scopa difficilmente son portati dal vento).

Rimangono da capire i tempi e la domanda di fruizione per un bene situato a non molta distanza da altre situazioni “risolte a metà” come il parco della Pedichiusa, l’ex palestra di vico Belvedere, i palazzi Blasco e Panariti.

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