Il Masci si è dato appuntamento alle falde del Monte Reventino per celebrare la giornata dedicata al Creato

Nel quadro delle iniziative programmate dal Movimento Adulti Scout Cattolici italiani zona Reventino, le quattro comunità operanti sul territorio di Lamezia Terme si sono riunite

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Nel quadro delle iniziative programmate dal Movimento Adulti Scout Cattolici italiani zona Reventino, le quattro comunità operanti sul territorio di Lamezia Terme si sono date appuntamento alle falde del Monte Reventino per celebrare la giornata dedicata al Creato.

Il gruppo si è riunito alla “Fossa della chiesa” dove Francesco Bevilacqua, noto conoscitore del territorio calabrese, ha illustrato la natura geologica del piccolo massiccio e più in generale della catena montuosa che attraversa la Calabria, che per le specifiche particolarità è stata e continua ad essere oggetto di studio, per ambientalisti e geologi di livello internazionale.

La giornata autunnale ha consentito di poter godere di un suggestivo panorama sulla Piana di Lamezia: a destra la cresta montuosa delle “cinque cime” (Reventino, Pubblico, Faggio, Capo di Bove, Tombarino), in basso il centro storico di Nicastro e la Piana fino al Mar Tirreno.

Bevilacqua ha messo in evidenza come il paesaggio abbia subito notevoli cambiamenti a seguito degli imponenti interventi di rimboschimento, che a partire dagli anni cinquanta hanno interessato l’intero versante roccioso del Reventino e che hanno permesso di limitare i gravi fenomeni di dissesto idrogeologico causati dallo straripamento del Torrente Piazza, che nel tempo ha determinato morte e distruzione nell’antico quartiere Terravecchia e Cavallerizza.

L’ambientalista ha evidenziato, anche alla luce degli ultimi documenti di papa Francesco ( Laudato sii e Fratelli tutti), come il pensiero basato su un modello sempre più antropocentrico, alimentato dalle rapide scoperte scientifiche e tecnologiche e da un consumismo sempre più dilagante, stia facendo perdere di vista la funzione stessa del creato, quale dono divino all’umanità chiamata alla sua preservazione, principio etico fondamentale non solo per il cristiano ma per l’intero genere umano. Si è colta l’occasione per percorrere un breve tratto di sentiero naturalistico fino ad un rifugio della forestale ormai in disuso dove il Forestale Enzo Larussa ha illustrato la funzione del bosco e gli effetti disastrosi che gli incendi hanno determinato nel recente passato anche nel nostro territorio.

Il dibattito che ne è scaturito, anche per la presenza di altri esperti del settore, ha messo in evidenza le cause che hanno favorito tale triste fenomeno che sempre più frequentemente devasta i nostri territori: la sempre meno presenza degli operai forestali che, in passato oggetto di pesanti contestazioni, ormai sono ridotti ad un numero esiguo di soggetti anziani non più idonei ai lavori di manutenzione e prossimi alla pensione; lo spopolamento massiccio delle contrade montane e delle campagne con la scomparsa dei “guardiani del territorio” costituiti da agricoltori e allevatori che le manutenevano e vigilavano.

Dal breve dibattito è emerso il paradosso di come, pur essendo la Calabria una delle regioni più boscose d’Italia con i suoi 670.968 ettari a bosco, la quasi totalità delle utilizzazioni forestali è destinata alle biomasse, cioè bruciata, mentre del tutto marginale è la destinazione per semilavorati o manufatti in legno da impiegare nei diversi settori economici e produttivi. A tal proposito è stato evidenziato come nel nostro territorio è quasi assente la certificazione dei boschi che, garantendone la corretta gestione, produce risultati economici migliori.

Le Comunità hanno concluso la giornata alla Domus dove, dopo la Santa Messa, hanno proceduto alla piantumazione di un albero a suggello dell’esperienza comunitaria vissuta.

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