Sul Psc non in voto 150 minuti di discussione ed i Lego, “scacco Reale” sulle 180 osservazioni previste

Dopo una maratona di voti strumento urbanistico inviato a Provincia e Regione, entro 90 giorni il parere di conformità e poi ultima votazione

Più informazioni su

E venne il giorno del penultimo atto del Psc, che dopo l’approvazione del consiglio comunale a febbraio 2015 a due mandati di distanza trova la votazione delle 180 osservazioni dei privati, passaggio propedeutico all’invio alla Regione e Provincia per la presa d’atto e l’entrata in servizio entro 90 giorni del nuovo strumento urbanistico, prima che sulla pratica potesse intervenire un eventuale commissariamento, con ancora un ultimo passaggio finale previsto tra giunta e consiglio.

Al netto delle polemiche di frange dell’opposizione sull’attualità dello strumento e l’impatto dello stesso sul territorio, da un lato si mantiene la pratica di non iniziare i lavori nell’orario previsto (circa 50 minuti dopo le 10) ma dall’altro al primo appello solo Piccioni è assente, non presenza già annunciata e giustificata per motivi di lavoro, con anche qualche “addetto ai lavori” ad assistere alla seduta in via Perugini e il progettista Giovanni Crocioni in videocollegamento, il quale ha difeso l’impianto del nuovo strumento urbanistico reputando punti più sulla riqualificazione che la speculazione.

Crocioni psc

Dal punto di vista tecnico il riepilogo del lungo lavoro fatto in quinta commissione è stato demandato al presidente Enrico Costantino, con i tratti distintivi del piano ereditato su cui oggi si discutono eventuali interventi nell’ambito delle 180 osservazioni sviscerati dall’assessore Francesco Stella.

Il componente della giunta precisa che «il piano è stato discusso in ogni suo aspetto, si ci è confrontati in questa aula in commissione in modo trasparente e approfondito. E’ stato un lungo lavoro legato ad ognuna delle osservazioni, abbiamo portato avanti un sistema coerente per fornire le risposte da mettere in votazione».

Si riepilogano così tutti i passaggi di una pratica iniziata nel 2010 con il primo documento preliminare, rimarcando come rispetto al 2015 sono stati recepiti gli adeguamenti al Qtrp, al piano di zonizzazione e antisismico, al piano di protezione civile, agli aggiornamenti delle aree di rispetto dai cimiteri e quelle percorse dal fuoco, alle misure di salvaguardia dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, ai pareri di conformità di Regione e Provincia (che riprende alcuni punti presenti nel documento preliminare).

Stella ammette che «la materia di urbanistica non è semplice» nello spiegare i vari ambiti di intervento e vincoli da dover rispettare, facendo scorrere sullo schermo le varie slide e ricostruzioni grafiche poiché «il piano strutturale è un binario dello sviluppo e regole nel rispetto dei vincoli delle norme», parlando poi della tutela dei 3 centri storici degli ex comuni citando anche i Pinqua oltre alle premialità per gli interventi di recupero e riqualificazione per i privati. Si passa poi ad analizzare le proposte per macro aree, quindi Sant’Eufemia, Sambiase, Nicastro, a loro volta con all’interno zone di diverso tipo di intervento.

Sul “Psc che vorrei” intervengono i vari consiglieri, con speranze e volontà di diverse visioni che non sono però all’ordine del giorno, che riguarda solo le 180 osservazioni, rendendo così virtuale l’astensione e la contrarietà annunciata dall’opposizione (con Gianturco che, dopo la lettera a Babbo Natale del giorno prima, porta i Lego in aula come altro intervento natalizio) e simbolica l’approvazione da parte della maggioranza.

Dopo gli interventi tra contestazioni di poca coesione territoriale dello strumento urbanistico per come disegnato nel 2015, richiesta di più strade da realizzare (ma il piano triennale delle opere pubbliche è un allegato del bilancio, e per il 2023 il termine di approvazione è fine marzo), l’eccessiva cementificazione o il contrario, scarsa attenzione per le zone più periferiche o di quelle centrali, assessore Stella e sindaco Mascaro ribadiscono la fiducia nell’iter intrapreso.

Dopo una pausa che vale anche come occasione per rifocillarsi, si arriva all’unico punto che si poteva votare, ma alle 15:20. Preliminarmente si stabilisce la modalità della votazione, proposta in blocchi lasciando facoltà ai consiglieri di esprimere l’astensione in caso di conflitti di interesse su singole pratiche, non accogliendo la proposta di Villella che invece avrebbe preferito una sintesi e votazione su ogni singola osservazione, così come non viene condivisa la proposta di non approvare le osservazioni che proponevano conversione di uso da agricolo ad edificabile.

Alle 16 si dovrebbero votare le osservazioni divise in 6 gruppi, ma la relativa contestazione da parte della consigliera Villella che richiede una votazione singola per ogni osservazione (dibattito già avvenuto in commissione), dopo che si era già avviata la votazione del primo gruppo, spariglia le carte: si reputa che secondo il Consiglio di Stato basta anche un solo consigliere non d’accordo sulla metodologia per seguire la singola votazione per osservazione. Da un punto di vista formale l’accordo orale sull’ordine dei lavori non aveva un valore scritto a verbale, e così si riapre una discussione con fuori programma anche del componente del Pd Italo Reale (fatto poi allontanare), arrivando alla votazione su ognuna delle 180 singole osservazioni con malumori manifesti tra i banchi tanto della maggioranza che della minoranza. Votazione così con eletti in piedi in giro per la stanza, e la stessa consigliera del Pd a saltare diverse chiamate rimanendo fuori dall’aula e lasciando poi i lavori alle 18:50 in polemica contro la votazione meccanica senza discussione.

Deliberate anche in giunta le 180 osservazioni al Psc, nelle prossime settimane ultimo atto in consiglio

Dopo aver concluso con favorevoli i 13 consiglieri di maggioranza tutte le osservazioni del Gruppo 1 per come deliberate a fine novembre dalla giunta, senza più elementi di diverso orientamento si vota nuovamente complessivamente per gruppi: favorevole la maggioranza, astensione della minoranza (Folino, Gianturco e Rubino votano contrario solo all’ultimo atto complessivo e non alle chiamate precedenti) con operazioni di voto per i 4 gruppi, emendamenti, atti unilateri d’obbligo ed adeguamenti chiuse in circa 120 minuti.

Seduta che in totale sfiora le 10 ore, anche se non effettive, con ringraziamenti e soddisfazione varia per polemiche politiche pronte a tornare su stampa e prossime sedute di consiglio.

Più informazioni su