Il segretario provinciale Pd invita il partito al mea culpa e rilancia per celebrare i congressi a Lamezia e Catanzaro

Dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo «occorre uno scatto di orgoglio, di ascolto, di unità e di rigore» secondo Gianluca Cuda

Più informazioni su


    Dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo «occorre uno scatto di orgoglio, di ascolto, di unità e di rigore» secondo la relazione del Segretario provinciale Pd, Gianluca Cuda, in cui «si valutano positivamente le decisioni assunte dalla direzione nazionale del partito, il percorso politico ed organizzativo intrapreso e il livello larghissimo di consenso raggiunto, la determinazione assunta che “Il Partito Democratico si impegnerà dall’opposizione, come forza di minoranza parlamentare, mentre alle forze che hanno ricevuto maggior consenso spetterà l’onore e l’onere di governare il paese».
    Nel salutare l’elezione di Antonio Viscomi «che consente di rappresentare al meglio le istanze della nostra provincia», si chiede che «ad ogni livello di partito ed istituzionale, nei governi locali in cui è presente il Pd, a partire da quello Regionale, si imprima da subito uno scatto necessario di innovazione, di cambiamento e di chiarezza nelle decisioni per recuperare consenso, credibilità e fiducia dei calabresi. Lavoreremo con più forza per accrescere il peso della rappresentanza politica dell’Area Centrale della Calabria, e per dare risposte più efficaci alle questioni sociali aperte sul territorio, oltreché per ricevere tutela e garanzia per chi quotidianamente si trova a chiedere affannosamente risposte istituzionali e di governo».
    Per la riorganizzazione interna del partito si garantiscono «procedure rapide  per la celebrazione dei congressi delle Unioni Cittadine nelle Città di Catanzaro e di Lamezia Terme», condannando «gli atteggiamenti di negligenza e di insufficienza nella mobilitazione registrati nell’ultima campagna elettorale. Occorre un partito più rispettoso delle regole che lo governano a partire dalla celebrazione delle procedure di selezione dei candidati ma nello stesso tempo più rigoroso verso comportamenti che compromettono la credibilità delle decisioni. Non possono passare nella dimenticanza comportamenti di vera e propria “recidiva” come è accaduto anche nell’ultima campagna elettorale, specie da parte di chi occupa o ha occupato postazioni di rilievo politico istituzionale arrogandosi un diritto di critica che si riscopre a posteriori. Al punto che, in alcuni casi, si è arrivati in passato a degenerazioni politiche, a plateali candidature alternative al Pd e al centro sinistra, che hanno minato il principio di appartenenza e che reclamano un rimedio alla radice».

    Più informazioni su