Sigle civiche lametine chiedono la non rimozione di Gennarino Masi da presidente della Fondazione Terina

L'attuale guida della Fondazione è stato nominato dalla precedente gestione amministrativa regionale

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Lo scambio a mezzo stampa tra associazioni delle due sponde della provincia di Catanzaro continua sul tema dell’aula bunker che, non essendovi stati locali idonei a Catanzaro, dovrebbe trovare sede al posto del call center nell’area industriale lametina nell’immobile di proprietà della Fondazione Terina.

In una lettera firmata dalla sigle Italia Nostra, Cittadinanzattiva, Comitato Lamezia 4 Gennaio, Comitato Salviamo la Sanità del Lametino, Comitato Malati Cronici, Osservatorio Sociale San Nicola, Tribunale del Malato, Amolamezia, Comitato Lavoro Sanità Sicurezza, Altrove si sollecita la firma del comodato d’uso della struttura prima che dalla Regione si attui il cambio della guardia della Fondazione Terina, essendo l’attuale presidente, Gennarino Masi, espressione della precedente gestione amministrativa regionale.

Il sollecito dalle associazioni viene rivolto però al procuratore Gratteri, che non ha voce in capitolo sulle scelte della presidente Santelli, lamentando anche che il prossimo presidente della Fondazione Terina potrebbe essere qualcuno vicino al Presidente del Consiglio Regionale, Tallini.

«Noi riteniamo che compito civico di associazioni come le nostre non sia solo quello di denunciare fatti già accaduti ed atti già assunti che è poi difficile rimuovere, ma anche e soprattutto quello di provare a prevenirli, indicando all’opinione pubblica ed a chi di dovere i profili di illegittimità di iniziative politiche ed amministrative», sostengono le sigle, anche se i principi di incompatibilità son dettati da norme nazionali e non singole morali.

L’endorsement verso Masi rimarca come «aveva ereditato una Fondazione con bilanci perennemente in rosso, coperta di debiti, inadempiente verso i fornitori e mai in regola con il pagamento degli stipendi dei dipendenti, e ha con la sua gestione evidentemente oculata portata ad avere per tutt’e tre gli anni di sua presidenza bilanci in attivo, diventando da questo punto di vista non passibile di rimozione». Si loda così la scelta della candidatura per l’aula bunker, ma si omette di ricordare un particolare non secondario: dal 2013 è inevasa la riforma dell’ente, con la Fondazione Terina che dovrebbe occuparsi solo di ricerca e non questioni immobiliari.

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