Sfogo e confronto nella Sala Napolitano su presente e futuro prossimo di sanità e commercio lametini

I commissari dell'Asp agiscono però secondo i decreti del commissario nominato dal Governo e non le ordinanze regionali o atti comunali.

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A discutere del presente e futuro prossimo di sanità e commercio lametini una serie di ex e futuri ex a livello regionale, tra consiglio che ha già celebrato la propria ultima seduta ed una giunta che sarebbe in carica solo per l’ordinaria amministrazione e traghettare la regione fino alle elezioni regionali del 2021. In mezzo però c’è una pandemia con ripercussioni sia sanitarie che economiche.

Nella Sala Napolitano, invitati da terza e sesta commissione, presenziano i consiglieri regionali uscenti Raso ed Esposito, l’assessore al bilancio Talarico, oltre al parlamentare Furgiuele accompagnato da altri tesserati leghisti ed il pari ruolo pentastellato D’Ippolito. A decidere in merito alla sanità sono il commissario inviato dal Governo (e già nella maggioranza non mancano i malumori su chi debba essere, con audizioni in ottica decreto Calabria previste in questi giorni in commissione parlamentare) per gestire il settore e la terna commissariale che guida l’Asp, ma la politica non avendo potere gestionale in questa fase reclama almeno il diritto di parola, anche perché la campagna elettorale sarà lesta ad iniziare ufficialmente ma è già in atto nella fase organizzativa.

Si richiama a grandi linee il documento approvato dal consiglio comunale come richieste per l’ospedale e l’assistenza territoriale, che però non sono state recepite dai commissari, ovvero coloro i quali sono chiamati ed hanno la responsabilità degli atti amministrativi vincolanti.

Giancarlo Nicotera fa il confronto tra i dipendenti ed i servizi offerti tra Lamezia Terme, Soverato e Catanzaro dove però l’Asp non ha ospedali di sua competenza, ribadendo la versione comunale sugli immobili aziendali da convertire ed ottimizzare all’interno del “Giovanni Paolo II”.

Assenti nei precedenti incontri in commissione con gli esercenti e ristoratori, anche le organizzazioni di categoria nella Sala Napolitano tornano a seguire gli stilemi nazionali sostenendo siano validi anche per i problemi locali: si accusa il commercio online; non adeguati i ristori nazionali; lamentando le chiusure dopo le spese fatte per gli adeguamenti alle nuove normative, contestando lo scarso accesso al credito ed i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata, si propone nuovamente di congelare o annullare le pendenze fiscali; si prospettano mesi duri ipotizzando licenziamenti o non riaperture delle attività che non potranno più stare sul mercato.

Ruggero Pegna rimarca le varie discrasie del settore fiscale e gestionale, ribadendo come anche il settore cultura abbia subito dalle scelte regionali e nazionali ripercussioni imponenti.

Che il dibattito sia poco concreto e pragmatico lo palesa Lucia Cittadino, ed anche Annalisa Spinelli ritornando nel tema sanità ammette che non c’è più tempo né risposte alla richieste e proposte giunte dal fronte lametino.

Franco Talarico accomuna zona rossa, gestione in reggenza regionale dopo la scomparsa della Santelli, commissariamento della sanità come ostacoli per una corretta fase di collaborazione istituzionale, ricordando gli interventi che la Regione ha messo in campo per il settore privato, ma anche le ritrosie degli stessi consiglieri comunali che oggi reputano idoneo l’ospedale lametino per i malati covid ma contestavano mesi fa l’arrivo dei degenti dalla Rsa di Chiaravalle (gli stessi poi furono ricoverati a Catanzaro, con il personale assunto a tempo determinato che ne seguì il percorso).

Rimarcano le proprie attività parlamentari sia Furgiuele che D’Ippolito, che in Parlamento siedono ora su fronti opposti come partiti, ribadendo le interlocuzioni avute con i vari vertici e responsabili istituzionali. Con scarsi risultati, viste le lamentele odierne, e che i commissari dell’Asp agiscono secondo i decreti del commissario nominato dal Governo e non le ordinanze regionali o atti comunali.

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