Secondo Milena Liotta i crolli nei centri storici frutto di incapacità amministrative

Sarebbero all'interno del Psc, che ha attraversato più di un'amministrazione negli ultimo decennio senza arrivare ancora a pieno compimento.

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Per Milena Liotta, commissaria PSI Lametino, «il tema del riequilibrio territoriale, riguarda anche l’interno delle micro realtà locali che, a cascata, devono fare i conti con la capacità di governo dei processi di riequilibrio delle attività e delle funzioni nelle diverse zone dei contesti urbani. Del resto la stessa pandemia suggerisce, se addirittura non impone, il contenimento della spesa pubblica e il suo razionale impiego per migliorare l’esistente, piuttosto che alimentare illusorie idee di espansione della città e, peggio della dispersione di costose infrastrutture sul territorio, bisognevole invece di tutela e di sostegno, espresso soprattutto a quei coraggiosi produttori agricoli che offrono quotidianamente la propria opera per la conservazione del paesaggio e un concreto contributo per la transizione ecologica».

Nella nota stampa si ritiene che «una lezione importante ce la offre la stessa cronaca locale di questi ultimi giorni: non servono più slogan o vuote invocazioni della centralità di Lamezia, semplicemente e fastidiosamente gridate, se intanto crollano gli edifici del centro storico (ora di Sambiase ora di Nicastro). Questi edifici che denunciano evidenti incapacità amministrative (mai una sola parola su come affrontare concretamente queste emergenze sul piano urbanistico), richiedono non più silenzi o inutili e vuote riflessioni, ma capacità di innovative e strategiche politiche di rinnovo urbano, che devono necessariamente frenare la tendenza alla svendita offensiva ad un euro di un intero fabbricato del centro storico».

In realtà i centri storici sono all’interno del Psc, ovvero il piano strutturale che ha attraversato più di un’amministrazione negli ultimo decennio senza arrivare ancora a pieno compimento.

«Anche a Lamezia c’è bisogno dell’autorevolezza nazionale per rendere il recovery una occasione per il recupero generalizzato del territorio e della dignità di una città che di fatto ha perso la centralità, non geografica, ma culturale e politica», sostiene la Liotta.

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