Protesta dei sindacati davanti all’Eurospin per chiedere maggiore sicurezza e chiarezza per i dipendenti foto

Ad essere interessato maggiormente è però il versante centro sud calabrese, gestito dal ramo siciliano dell'azienda della grande distribuzione alimentare

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Dopo la vertenza ancora in atto con il gruppo Perri per quanto riguarda i punti vendita Carrefour, il 2021 vede emergere anche la battaglia sindacale nei 36 punti vendita a marchio Eurospin in Calabria.

Questa mattina fuori dal punto vendita di via del Progresso a Lamezia Terme si sono dati appuntamento Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil con i propri rappresentanti e lavoratori rappresentati per esprimere le condizioni di lavoro contestate.

Attualmente ad essere interessato maggiormente è però il versante centro sud calabrese, gestito dal ramo siciliano dell’azienda della grande distribuzione alimentare, con prima denuncia giunta a dicembre.

Nodo del contendere l’uso dei dipendenti per svolgere mansioni non idonee al Ccnl (comprese le pulizie e la sanificazione dei locali che competerebbe a ditte specializzate) e la pratica dei trasferimenti “selvaggi” che pone in grave pericolo la salute dei lavoratori e delle lavoratrici oltre a metterli in una condizione di grave difficoltà economica, poiché allontanati arbitrariamente a diversi km dalla propria residenza e sede di assunzione a parità contrattuale.

Si lamenta la gestione dei protocolli covid reputandoli eseguiti in modo incompleto e fallace, ed un’assenza di confronto con le parti sociali segnalata anche alle varie prefetture interessate per competenze territoriale, ma solo Reggio Calabria ha iniziato a muoversi ricevendo comunicazioni da parte dell’azienda ma senza il coinvolgimento dei sindacati. Il 19 aprile intanto si dovrebbe tenere il primo comitato tra le parti.

Altro aspetto quello della gestione del personale: da Reggio a Tropea, dalla costa tirrenica a quella ionica, non sono pochi i dipendenti che si sono trovati con nessun congruo preavviso o possibilità alternativa trasferiti in altra sede (i contratti firmati prevedono l’ipotesi di spostamenti temporanei), a volte con orario spezzato (essendo costretti quindi a passare l’orario libero in sede non potendo rientrare nel proprio domicilio in tempo), anche per assunti a 20 ore.

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