Cessato il contratto di gestione chiusa la casa di riposo comunale, Piccioni e Vescio contrariati

Si chiede così conto al sindaco Mascaro, evidentemente non soddisfatti da quanto già detto nell'ultimo consiglio comunale a riguardo

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Mentre i pochi ospiti presenti sono stati trasferiti (dei 16 ospiti massimi previsti si era arrivati a poche unità), intorno alla casa di riposo comunale “Bosco S. Antonio” continuano le polemiche postume, e secondo Lidia Vesco (Partito Democratico) e Rosario Piccioni (“Lamezia Bene Comune”) «l’amministrazione Mascaro è sostanzialmente rimasta ferma, limitandosi negli ultimi mesi a due ordinanze sindacali che hanno consentito solo di tamponare il problema senza però intervenire in questi anni in maniera strutturale e senza delineare una prospettiva sul tema dell’accoglienza degli anziani soli della nostra città».

Secondo i due esponenti del centrosinistra «l’amministrazione comunale avrebbe dovuto intervenire per tempo per adeguare la struttura alla nuova normativa regionale sulle strutture socio-assistenziali per l’accreditamento, ma nulla si è mosso. Per non dire del fatto che da quando Mascaro è in carica, per ben 9 anni nulla è stato fatto per scongiurare il triste epilogo degli ultimi giorni. Oggi, a pagare le conseguenze dell’immobilismo dell’amministrazione Mascaro, sono i pochi anziani rimasti e le loro famiglie, gli operatori della casa che in questi hanno lavorato con amore e dedizione nonostante tante difficoltà, tutto il nostro territorio che perde un presidio importante per quella che è la parte più vulnerabile e preziosa della nostra società».

In realtà a marzo dello scorso anno erano stati previsti interventi per la casa di riposo comunale, ma gli atti amministrativi rimangono tali così come le polemiche politiche.

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Si passa poi al prendere atto di come, essendo il 2024 il termine di scadenza del precedente affidamento, «dovrà essere pubblicato un nuovo bando per individuare il nuovo soggetto gestore e non sarà possibile prevedere la clausola sociale per salvaguardare gli operatori che fino a pochi giorni fa hanno prestato servizio», reputando che «emergono in maniera evidente i danni che la mancanza di un assessore, vista la precisa scelta di Mascaro di non nominare nessuno dopo le dimissioni di Teresa Bambara per non far esplodere le contraddizioni di una maggioranza sfaldata, sta determinando sul fronte delle politiche sociali e per tutta la città. Pratiche come questa andrebbero seguite da una figura istituzionale che possa occuparsene 24 ore su 24, non lasciate in balia degli eventi o con soluzioni tampone che non risolvono nulla».

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Si chiede così conto al sindaco Mascaro, evidentemente non soddisfatti da quanto già detto nell’ultimo consiglio comunale a riguardo, mentre ci sarebbero anche gli aspetti economici: a fronte di 25.666 euro di proventi, i costi per la sola casa di riposo comunale erano di 149.436,80 euro essendo compresa nei servizi a domanda individuale, ed il Dup votato in aula specifica tra gli obiettivi che per la casa di riposo comunale, “il servizio verrà esternalizzato” come possibilità per il mantenimento in servizio successivo all’adeguamento strutturale.

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