I giovani della Comunità di Acconia raccontano la propria esperienza nell’oratorio di Cortale

"Ognuno di noi ha accantonato quanto aveva di negativo nel suo animo: le insicurezze, i pregiudizi, la vergogna e l’imbarazzo sono stati soppiantati dalla volontà di compiere un’unica esperienza comune"

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I giovani della Comunità di Acconia raccontano la propria esperienza del 23 novembre nell’oratorio di Cortale “quando la Pastorale giovanile e il Servizio diocesano per le Vocazioni hanno incontrato noi giovani dandoci l’opportunità di effettuare un percorso di introspezione e di confronto con l’altro, anche con tutti coloro che fino a un momento prima erano semplici estranei e sconosciuti.

Ognuno di noi ha accantonato quanto aveva di negativo nel suo animo: le insicurezze, i pregiudizi, la vergogna e l’imbarazzo sono stati soppiantati dalla volontà di compiere un’unica esperienza comune.

Appena arrivati siamo stati accolti con tanto affetto dai sacerdoti don Luca Gigliotti e don Angelo Cerra che si sono, fin da subito, preoccupati di metterci a nostro agio. Successivamente, ciascuno di noi si è legato al polso un fazzoletto con su scritto il proprio nome e ci siamo disposti a cerchio. Da lì ha avuto inizio un profondo cammino che ha coinvolto pienamente tutti noi.

Come prima attività, ognuno ha scelto un’immagine che più lo ha colpito tra immagini di sofferenza, gioia, famiglie unite, paesaggi, semplici oggetti, forti sentimenti su cui ci siamo confrontati aprendoci all’altro. Tramite il confronto, il dialogo, la spiegazione delle analogie e delle differenze, ciascuno ha abbattuto tutte quelle barriere che fino a poco prima fungevano da divisione con l’altro.

Da qui in poi si sono susseguite attività coinvolgenti, come, ad esempio, quando don Luca e don Angelo, narrando la storia di Gedeone, hanno disposto teli di diverso colore a rappresentare uno specifico stato d’animo.

L’incontro si è concluso con un esercizio volto a dimostrare quanto sia fondamentale la fiducia nei confronti dell’altro: a coppie e in maniera alternata ci siamo fatti condurre da un amico, percorrendo il cammino con gli occhi bendati e affidandoci completamente all’altro, unica guida. Alla fine di questo percorso abbiamo lavato gli occhi reciprocamente con delle gocce di rugiada, simbolo della purezza.

È bastato poco, ma il cuore di noi tutti conserverà per tutta la vita la fondamentale importanza di questa esperienza che con semplici attività, ci ha fatto cogliere il senso della fratellanza, dell’unione e della coesione che ci lega con l’altro, nostro fratello”.

 

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