Appello per dispositivi che permettano in sicurezza il proseguimento delle terapie riabilitative lanciato da due professioniste lametine

Anna Laura Fazzari, logopedista, ed Ilaria Bonaddio, educatrice professionale, si rivolgono a professionisti ed aziende

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«Se è vero che il Covid-19 rappresenta una problematica per salute generale di grandissima importanza, è anche vero che la sospensione di tutte le terapie riabilitative, abilitative ed educative rappresenta un grandissimo problema per moltissime famiglie e per tutti gli utenti di tali servizi e per la società», valutano Anna Laura Fazzari, logopedista, ed Ilaria Bonaddio, educatrice professionale, dello studio Riabilitativo Educativo “Contatto”.

«Seppur nei decreti del governo, le attività riabilitative non hanno mai subito un’interruzione diretta, molti professionisti del settore hanno deciso comunque di sospendere le terapie. Questo perché, in assenza di linee guide su misura, risulta impossibile mantenere le indicazioni date su un piano generale, quale il mantenimento del metro di distanza o l’utilizzo di dispositivi di sicurezza che coprendo parte del viso ci rendono impossibile anche solo donare un sorriso di conforto o permettere il riconoscimento della mimica labiale, a tal proposito è importantissimo ricordare che l’utilizzo delle comuni mascherine rappresenta un importante problema per molti ipoacusici», rimarcano le due professioniste, «un progetto riabilitativo, abilitativo o educativo non può mai esulare dal valore umano, dalla condivisione di emozioni, dal conforto e dalla cura. Ma al tempo stesso il protrarsi della situazione emergenziale ci impone una riflessione su come intraprendere nuovi percorsi per garantire agli utenti ed alle loro famiglie un aiuto concreto con una ripresa tempestiva delle terapie».

Si rammenta così che «per poterlo fare abbiamo però bisogno di dispositivi di sicurezza che ci consentano di non mettere in pericolo la propria e la altrui salute, senza rinunciare alla dimensione umana e sociale del nostro operato. Per questo, come Studio Educativo Riabilitativo, chiediamo alle imprese del territorio ed a chiunque disponga dei mezzi e delle competenze necessarie, di aiutarci a pensare ed a realizzare dispositivi che permettano tutto questo. Da Siracusa arriva l’idea di una mascherina senza barriere, dagli Usa una mascherina con una finestra trasparente. Ci sono probabilmente tantissime soluzioni e noi vi chiediamo di aiutarci a trovare la migliore per permettere non solo a noi, ma a tutto il settore, una ripresa in sicurezza».

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