Doppia seduta di terza commissione in 24 ore per contestare ipotesi sanitari di competenza aziendale

Il “documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo-dipendenti” da luglio suscita lamentele ora per l'aggiornamento.

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Prima di due mattinate in terza commissione tra soggetti che si confrontano sul tema sanità lametina, anche se sempre né il consiglio comunale né le sigle che rilanciano comunicati stampa hanno potere decisionale, ma tenute per portare istanze al confronto del 27 marzo che si è riusciti ad aprire con il commissario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, le cui risposte dovendo tenere in considerazione leggi e numeri aziendali non sempre sono quelle che si vorrebbero avere.

Si inizia questa mattina con quello che è rimasto delle proteste del 19 marzo 2016, domani turno del Tribunale dei Diritti del Malato (iniziativa di Cittadinanzattiva riconosciuta a livello istituzionale anche dall’Asp, mentre non lo sono tutte le altre sigle da social e comunicati stampa, che nel tempo hanno perso componenti e partecipazione a favore dei commenti social).

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Anche in questa sede si segue la deriva che lamenta ridimensionamenti di strutture (anche quelle non esistenti all’interno dell’ospedale lametino), alla luce di una riorganizzazione regionale che poco ha cambiato rispetto a quanto già previsto a luglio, dove però non c’era stata un’onda mediatica.

I posti letto nella nuova programmazione sanitaria per l’ospedale lametino aumentano, ma si accolgono senza contestare le lamentele verso la nascita dell’azienda ospedaliera di Catanzaro, mentre gli ospedali del lametino rimangono sotto la gestione dell’Asp di Catanzaro, due aziende diverse che però vengono viste come in competizione essendo nella stessa area centrale della Calabria.

I rappresentanti si intestano vittorie aziendali, che però erano previste nei piani dell’Asp, e contestano l’assenza di confronto sulle stesse tematiche varie. Nessuno dei presenti in aula è però tra coloro i quali debbano prendere determinate decisioni nell’organizzazione sanitaria, anche se la politica ne vorrebbe voce in capitolo (il settore regionale è commissariato, e solo nell’ultima indicazione vigente il ruolo coincide con il presidente della giunta regionale). Lo specifica direttamente il piano contestato nelle prime pagine: «la presente riorganizzazione della rete ospedaliera prevede 298 Strutture Complesse (SC) nelle strutture pubbliche alle quali si aggiungono 78 punti di erogazione rappresentate dalle strutture private accreditate (PEP). Inoltre, sono state previste 227 Strutture Semplici (SS) in conformità agli standard ministeriali del DM 70/2015.

Fermo restando il rispetto degli standard stabiliti a livello nazionale in merito al rapporto tra strutture semplici (SS) e strutture complesse (1/1,31) e tra le prime (SS) e le strutture Semplici Dipartimentali – SSD (20% delle SS), l’allocazione delle ulteriori SS rimanenti (126) e delle SSD, così come per i 266 posti letto attualmente non afferenti ad alcuna unità operativa, potrà essere definita all’interno dei singoli atti aziendali in attuazione delle linee guida che Azienda Zero predisporrà ai fini dell’approvazione da parte del Commissario ad Acta». Nessun accenno a comitati, Comune, social o comunicati stampa ma tabelle ministeriali, come ricordato questa mattina anche dal governatore Occhiuto nel rispondere ad ipotesi di revisione rispetto a quanto previsto.

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