Incarichi legali extracomunali, appalti e affidamento di un bene confiscato al centro della relazione che ha portato allo scioglimento del consiglio comunale lametino

In attesa della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, l'Ansa anticipa la relazione del Ministro Minniti 

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    In attesa della pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, l’Ansa anticipa la relazione del Ministro Minniti che ha portato al terzo scioglimento del consiglio comunale lametino.
    «Fonti tecniche di prova hanno attestato come la campagna elettorale per il rinnovo degli organi elettivi sia stata caratterizzata da un’illecita acquisizione dei voti che ha riguardato, direttamente o indirettamente, esponenti della maggioranza e della minoranza consiliare». E’ uno dei passaggi della relazione al Presidente della Repubblica fatta dal ministro dell’Interno Marco Minniti, facendo riferimento all’operazione Crisalide (in cui risultano indagati 2 consiglieri comunali eletti, Paladino e Pasqualino Ruberto, nonché il candidato Antonio Mazza, oltre al fidanzato della poi consigliera Marialucia Raso, dopo la quale era stato disposto dal Prefetto di Catanzaro Luisa Latella nel giugno 2017 l’arrivo in via Perugini della commissione d’accesso), che ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia Terme decretato il 22 novembre scorso.
    Minniti, afferma anche che la relazione del Prefetto alla luce dell’accesso antimafia effettua un «raffronto tra le risultanze dell’accesso attuale e quelle che diedero luogo agli scioglimenti per infiltrazioni nel 1991 e nel 2002 rinvenendo, in assoluta continuità, la persistenza delle medesime dinamiche collusive e dell’operatività degli stessi personaggi di spicco delle organizzazioni criminali dominanti in quel territorio».
    Nella relazione si afferma che «ulteriore rilevante elemento che evidenzia un contesto ambientale compromesso è rappresentato dalla sussistenza di cointeressenze, frequentazioni, rapporti a vario titolo tra numerosi componenti sia dell’organo esecutivo che di quello consiliare con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata».
    Al riguardo, la relazione del Prefetto citata da Minniti fa riferimento alla posizione del sindaco Paolo Mascaro, eletto a capo di una coalizione di centrodestra, e del suo vice, entrambi avvocati, che sino ai primi mesi del 2016 «hanno assunto, contemporaneamente, la veste di difensori di fiducia di esponenti di massima rilevanza delle cosche e di loro sodali e quella di organi di vertice dell’Amministrazione comunale». Il 5 maggio 2016 l’allora vicesindaco Massimiliano Carnovale rinunciava infatti all’incarico difensivo di Vincenzino Iannazzo nel processo denominato Andromeda pendente dinanzi al Giudice dell’udienza Preliminare di Catanzaro, dimettendosi poi il 30 maggio 2017 (dopo un confronto interno al proprio partito e con il senatore Gentile) nel clima di polemiche post Crisalide.
    La rinuncia all’incarico di difensori, si fa presente nella relazione, è giunta «solo a marzo e maggio 2016, a seguito della costituzione di parte civile del Comune nei processi» e «il mandato conferito al sindaco è stato assunto da altro professionista in stretti rapporti di affinità con il primo cittadino».
    Dall’attività della commissione è emerso «un diffuso quadro di illegalità, in diversi settori dell’ente che, unitamente ad un generale disordine amministrativo, si sono rilevati funzionali al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti organici o contigui alle organizzazioni criminali egemoni ed al consequenziale sviamento dell’attività di gestione dai principi di legalità e buon andamento», il che farebbe presupporre che, a differenza dei 2 scioglimenti precedenti, ci saranno anche atti revocati e sarà interessato da provvedimenti anche l’apparato burocratico comunale.
    Al riguardo si parla dell’affidamento per 15 anni di un bene confiscato ad una cooperativa «pressoché inattiva perché sottoposta ad indagini per indebite percezioni di erogazioni pubbliche» e con due dei soci «gravati da pregiudizi penali ed uno di loro riconducibile ad esponenti della criminalità» (il riferimento potrebbe essere alla villa su due piani, giardino e recinzione, che era di proprietà di Sergio Ugo Roberto Greco, sequestrata nel 1997 dalla Guardia di Finanza lametina al termine di un’operazione anti usura denominata “Trivella”, affidata il 27 settembre 2016 alla Agrimed D.C.C., cooperativa sociale con sede a Mesoraca, in provincia di Crotone, unica a rispondere all’avviso pubblico emanato a fine agosto 2016); dell’esistenza di «un vero e proprio ‘sistema’” nel settore dei lavori pubblici che consente di aggiudicare appalti sempre alle medesime ditte»; di irregolarità nell’affidamento del servizio mensa scolastica (l’interdittiva antimafia arrivata dalla Prefettura di Cosenza il 28 aprile nei confronti della Cardamone Group aveva fatto si che da via Perugini si procedesse il 10 maggio alla revoca del servizio con relativo scorrimento della graduatoria e aggiudicazione all’Ati seconda classificata Siarc spa – CO.SE.C. – C.O.T.) ed in quello sul verde pubblico. 
    g.g.

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