La giunta Mascaro approva anche il bilancio di previsione 2016, ora corsa contro il tempo in consiglio comunale

Da rispettare i 20 giorni intimati dal Prefetto sia per il consuntivo 2015 che per lo strumento economico di quest'anno

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    Di GIANLUCA GAMBARDELLA
    Passato da quasi un mese il termine ultimo per approvare bilancio consuntivo 2015 e Dup (entrambi da tempo già deliberati in giunta, ma non in consiglio), anche il bilancio di previsione 2016 viene licenziato dalla giunta Mascaro ben oltre il 30 aprile (la delibera è del 25 maggio) e contestualmente ai due avvisi arrivati nelle ultime 24 ore dal Prefetto Latella che danno 20 giorni all’amministrazione Mascaro per licenziare il tutto in consiglio comunale.
    Lo strumento economico del corrente anno sarà il primo a dover rispondere agli obblighi vigenti con la riforma dell’ordinamento contabile degli enti territoriali nota come “armonizzazione degli schemi e dei sistemi contabili”, ovvero:

    • adozione degli schemi di bilancio e di rendiconto per missioni e programmi, che assumono valore giuridico con riferimento all’esercizio 2016 e successivi;
    • applicazione completa della codifica della transazione elementare ad ogni atto gestionale;
    • adozione del piano dei conti integrato;
    • adozione dei principi contabili applicati della contabilità economico patrimoniale e del bilancio consolidato.

    Il bilancio di previsione 2016 ha però un’altra novità: essere approvato senza un assessore al ramo, visto che il sindaco Mascaro non ha indicato chi sostituisca Chiara Puteri, uscita dalla giunta l’8 aprile insieme al vicesindaco Caglioti (quest’ultima delega passata invece all’assessore Carnovale).

    Per i tributi locali si prevedono nel 2016 incassi di:

    • 13.876.266 euro per l’Imu (quota stabile rispetto al 2015 ed in aumento ai 12.367.709,10 del 2014);
    • 1.702.870,15 per la Tasi (in calo rispetto ai 2.133.180 dei due anni precedenti, vista la proposta della legge di stabilità di esentare tale tributo dalle prime case);
    • 10.400.251,23 per la Tari (attestatasi a 10.202.208 nel 2015 e 8.888.544 nel 2014);
    • 4.569.5630,85 per Irpef (erano stati 4.088.211 negli ultimi due anni);
    • 350.000 per il canone occupazione spazi ed aree pubbliche (la Cosap si era attestata a 250.000 nel 2014 e 500.000 nel 2015);
    • 284.069,70 per l’imposta comunale sulla pubblicità (Icp era stata di 245.157,80 nel 2015 e 207.869,23 nel 2014).

    In regime di piano di rientro ad entrate previste in cassa per un totale di 262.817.812,70 euro, corrispondono uscite per 247.675.706,62, con 180.728.582,80 euro (cifra uguale sia per entrate che per le uscite) come competenza dell’anno, un fondo crediti di dubbia esigibilità pari a 4.766.807,48 euro, un fondo di riserva di competenza di 289.025 euro per ciascun anno del triennio 2016-2018 (riservando la metà a spese indifferibili ed urgenti), un accantonamento per passività potenziali per 1.588.130,18 per il triennio 2016-2018, prevedendo anche l’indennità di fine mandato del sindaco da 6.878 euro (se consuntivo 2015 e previsione 2016 non venissero approvati entro i 20 giorni intimati, il Prefetto potrebbe sciogliere il consiglio comunale, con l’arrivo di commissari che potenzialmente potrebbero poi avere anche idee diverse sul dichiarare il dissesto per il Comune di Lamezia Terme).
    Tra le entrate non ricorrenti (previste per un totale di 8.126.597,36 euro, di cui 600.00 relative alle violazioni del codice della strada che saranno però destinate al 75% per attività del corpo della polizia municipale) compaiono anche i 494.500 euro spesi da farsi rimborsare per consultazioni referendarie, i gettiti derivanti dalla lotta all’evasione tributaria (3.598.515,77) e le alienazione di immobili comunali (3.433.581,59), con di contro spese per le sentenze esecutive ed atti equiparati di 3.804.450,88 euro.
    Nel totale delle spese di investimento (41.902.292,24 per il 2016, 31.163.410,20 per il 2017, 23.151.410,20 per il 2018) il programma triennale delle opere pubbliche ha maggiori investimenti nell’anno in corso (32.749.494 euro, che scenderanno a 30.472.000 il prossimo anno e  22.500.000 nel 2018) così come per le altre spese in conto capitale (8.602.747,18 ora, 691.410,20 annuali nel 2017 e 2018).

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