“La prossima giunta e il prossimo consiglio regionale dovranno trovare al più presto una soluzione per i lavoratori del Corap”

Rosario Piccioni commenta le ultime vicende legate all'ente regionale

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Rosario Piccioni denota che “nel giro di pochi giorni prima la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge regionale, approvata nelle ultime settimane della legislatura Oliverio, per mettere in liquidazione coatta il Consorzio regionale per le attività produttive e poi l’indagine della procura di Catanzaro a carico di 3 dirigenti del Consorzio e dell’ex commissario del Consorzio per peculato. Un’altra brutta pagina per la nostra regione, che mostra ancora una volta la totale assenza di trasparenza e di competenza nella gestione di alcuni enti che la politica calabrese in questi decenni ha utilizzato esclusivamente a proprio uso e consumo, senza un minimo di visione che non sia quella del mero tornaconto elettorale e clientelare”.

Il consigliere comunale esprime “solidarietà ai circa 100 dipendenti del Corap che, dopo la bocciatura della legge regionale da parte della Consulta e nell’impossibilità per il consiglio regionale ormai disciolto di approvare una nuova legge, si trovano oggi in una situazione di totale incertezza e precarietà. Occorre parlare il linguaggio della verità e della chiarezza: se si è arrivati a questo punto, le responsabilità sono tutte in capo a una classe politica regionale che addirittura è dovuta arrivare alle ultime settimane di una legislatura per tentare di risolvere una situazione protratta da anni, combinando “pasticci” che la Corte Costituzionale ha giustamente bocciato”.

Il candidato alle regionali auspica che “la prossima giunta e il prossimo consiglio regionale dovranno trovare al più presto una soluzione per i lavoratori del Corap, ma soprattutto occorre rinnovare profondamente la politica delle aree industriali e produttive della nostra regione, mettendo al centro le competenze manageriali e le professionalità, non gli interessi e le logiche di corto respiro che producono solo macerie su macerie”.

 

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