Giornata mondiale dei rifugiati celebrata tra Lamezia Terme e Miglierina nel segno dello sport con mister Ulivieri

Nuova emergenza quella dei profughi ucraini, che però preferiscono le regioni del Nord come sede indicata. Nove saranno accolti nel Sai lametino, tramonta l'ipotesi Ginepri

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Sabato pomeriggio da barde del complesso bandistico di Girifalco un’esibizione musicale a sorpresa sull’isola pedonale, anche per gli stessi ignari cittadini che hanno passeggiato non curanti affianco, oggi una conferenza stampa nella sala consiliare lametina per celebrare la giornata mondiale dei rifugiati.

Per don Giacomo Panizza, presidente della Progetto Sud, «i movimenti migratori sono la normalità, se ne parla già all’interno della Bibbia, nella parola rifugiato si percepisce il rifugio che si cerca dalle persecuzioni, dalla fame, dalla guerra, dal voler cambiare vita», reputando che «le cose che sanno fare queste persone sono tantissime, vanno solo valorizzate».

Reduce da un viaggio a Kiev con la Caritas, Panizza racconta un’altra emergenza come quella dell’invasione russa in Ucraina: «ci hanno detto “non vogliamo essere sottomessi un’altra volta”, ma c’è chi non può scappare, chi è costretto a lasciare il proprio territorio. La guerra ci sta facendo capire che il mondo ha confini solo per chi li ha tracciati, ma anche che le richieste maggiori di accoglienza sono state per Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna mentre in Calabria è venuto solo chi aveva già parenti o conoscenti».

Passati da Sprar a Sai, a Lamezia Terme rimangono due centri (uno per minori, uno per adulti) ed un’altra realtà è a Miglierina. Roberto Gatto riepiloga la storia dei centri nati nel 2009 per adulti e nel 2014 per minori: «abbiamo accolto 444 persone in questi 13 anni, con 13 nazionalità diverse, mettendo a disposizione 6 appartamenti. Per quanto riguarda i minori ed i neomaggiorenni sono state accolte 150 persone di 11 nazionalità diverse, mentre a Miglierina abbiamo accolto 149 persone di cui 59 minori in un ostello ed in 3 appartamenti. La presenza dei bambini in piccole realtà ha aiutato la scuola di Miglierina a non chiudere per assenza di alunni, abbiamo però anche le storie di donne che con violenza e sofferenza alle spalle hanno superato tali traumi grazie all’aiuto delle assistenti. In generale molti vanno via per crearsi una vita migliore, altri rimangono nel lametino trovando per lo più lavoro nel settore della ristorazione ed agricoltura, e qualcuno segue un percorso di formazione diventando mediatore. C’è poi il problema del caporalato, dello sfruttamento, che riguardano vari campi come l’agricoltura ma anche il turismo».

Raffaella Perri, referente amministrativa di Inrete con alle spalle esperienza nella mediazione, specifica che «a Lamezia Terme avremo 9 posti in più per afgani ed ucraini in fuga dai propri paesi, per Miglierina la proposta non è stata accolta per questioni di rapporto tra rifugiati e cittadini residenti».

Ospite d’onore della giornata, l’allenatore Renzo Ulivieri esprime il proprio affetto per le idee espresse, perché «nel calcio di base è di attualità l’accoglienza, il mischiare le diverse culture e provenienze. In questo paese la politica ha fatto l’errore di affrontare questo tema in modo sbagliato, non umano: se siamo umani la strada è solo quella dell’accoglienza. Lo sport di base insegna ad essere squadra ai giocatori, fare del bene è interesse comune». Il tecnico sarà poi ospite anche a Miglierina del torneo di calcio a 5 organizzato tra rappresentanti di realtà locali ed ospiti del Sai.

Si rimarca così l’importanza del connubio tra sport ed integrazione, citando l’esempio del calcio come modalità anche di socializzazione fuori dal campo. «Un ragazzo che era tesserato con le giovanili del Sambiase si è messo in mostra, e raggiungendo familiari in Germania ora sta giocando anche là sfruttando il primo tesseramento avuto qui a Lamezia Terme, un altro tramite la Polisportiva Lamezia è stato selezionato dal Torino ed ha fatto alcune stagioni in Eccellenza con il Bra», ricordano i responsabili della mediazione tra rifugiati e società dilettantistiche locali, citando anche eventi curiosi come «i figli degli esponenti della criminalità organizzata, cui è stato confiscato il bene in cui hanno sede le nostre attività, trovati a giocare insieme ai nostri ragazzi, perché il calcio superava certi steccati».

A livello istituzionale il primo cittadino di Miglierina, Pietro Hiram Guzzi, non nega che «all’inizio il progetto era nato durante la campagna elettorale, quindi con determinate perplessità, e dopo i primi 3 anni i portatori di interesse hanno rimarcato come le ricadute siano state dirette ed indirette per un paese di 700 cittadini che ha smesso di vedere lo spopolamento. La prospettiva e aspirazione è quella di poter dare delle aspettative di vita nei nostri territori a queste persone per rimanervi».

Il sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, reputa che «più che le ricadute economiche la maggiore soddisfazione è essere citata come esempio positivo per l’accoglienza dei rifugiati come città. Bisogna spalancare le porte di sport, cultura, istruzione, lavoro, a chiunque si trovi in questo territorio, sapendo poi tendere la mano anche a chi ha sbagliato per plasmare una comunità migliore».

Anche sul tema accoglienza l’assenza di personale in via Perugini ha frenato quanto previsto con stabili comunali: non definibile in tempi brevi il destino dell’ex Teatro Russo (che aveva ottenuto finanziamenti da cui sono stati completati lavori di riqualificazione per accogliere lavoratori migranti), il centro polivalente di via De Filippis una volta tornato in possesso del Comune dall’Asp (prima usato come centro vaccinale, poi come punto di primi test per i rifugiati ucraini) sarà oggetto di un bando per la gestione, mentre gli alloggi di Lamezia Golfo in località Ginepri non saranno usati per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina per carenza di domande destinate alla Calabria.

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