“Perché Mascaro non ha firmato con i sindaci della provincia contro l’autonomia differenziata?”

Una raccolta firme di 57 sindaci, per lo più di estrazione di centrosinista, su 80 comuni in provincia diventa un caso politico per Piccioni

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Secondo Rosario Piccioni, consigliere comunale “Lamezia Bene Comune”, «il via libera nei giorni scorsi da parte del governo al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata rischia di segnare un punto di non ritorno verso una divisione del Paese che diventerà sempre più lacerante e devastante per l’Italia. In particolare sul fronte dei diritti fondamentali dei cittadini: salute, istruzione, lavoro, previdenza. A breve, sulla spinta del lavoro straordinario realizzato dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC), presenterò una mozione per sollecitare tutto il consiglio comunale di Lamezia Terme a pronunciarsi per chiedere al governo il rispetto di alcuni principi per noi imprescindibili e non discutibili: la difesa dei vincoli di unità e solidarietà nazionale, il coinvolgimento del Parlamento e di tutto il Paese nelle sue diverse espressioni su qualsiasi iniziativa che comporti l’attribuzione di maggiori competenze alla Regioni, la definizione chiara di livelli essenziali di prestazioni e di ripartizione delle risorse che tuteli le regioni più disagiate».

Essendo il tema non di competenza comunale una mozione simbolica e ben poco pratica, ma Piccioni ricorda che «proprio nella proposta di iniziativa popolare del comitato presieduto da Massimo Villone, che tutti i cittadini possono firmare sul sito www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it, è indicata la strada maestra per impedire una “secessione delle Regioni ricche”, che i cittadini delle nostre Regioni del Sud pagheranno a caro prezzo. Su materie fondamentali, che riguardano direttamente i diritti costituzionali dei cittadini, quali la sanità, l’istruzione, il lavoro, la previdenza, non possono esserci cittadini di serie A e di serie B, o addirittura di serie C! Lo Stato deve farsi garante dell’unità nazionale e della determinazione di livelli “uniformi” delle prestazioni per i diritti civili e sociali, da Nord a Sud. Non possono esserci venti servizi sanitari nazionali differenti, un cittadino che ha bisogno di cure in Calabria ha gli stessi diritti di un cittadino emiliano o lombardo. Con la pandemia abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa significhi un sistema sanitario a “venti velocità”, con alcune regioni che già dopo le prime settimane avevano attivato i servizi per curare gli ammalati di Covid a casa e altre, come la nostra Calabria, con le ambulanze in fila per intere giornate di fronte agli ospedali senza posti letto».

Sul tema nazionale, che dovrà vedere più passaggi in Parlamento, per il consigliere di Lamezia Bene Comune «anche a livello locale, le forze politiche devono dire la loro e informare in maniera trasparente i cittadini, a prescindere dalle appartenenze a livello nazionale, sui rischi di questo processo. Di fronte a una preoccupazione generale e trasversale, che sta riguardando tutto il Paese e in modo particolare le nostre regioni del Mezzogiorno, siamo colpiti negativamente dal non vedere la firma del sindaco del Comune di Lamezia tra i sindaci della Provincia di Catanzaro che hanno firmato un documento contro il ddl Calderoli, ponendo al governo paletti che qualsiasi Comune del Sud non può non condividere. Lamezia è uno dei maggiori comuni calabresi, il territorio di maggiore estensione nella provincia catanzarese, con un ruolo oggettivamente strategico per tutta la Regione. Perché il sindaco Mascaro non ha firmato? E’ una sua scelta personale – e se così fosse sarebbe già un errore gravissimo visto che rappresenta un ‘intera comunità e non può fare quello che vuole – o è la dimostrazione che, dietro un finto civismo che ormai non inganna più nessuno, c’è un’amministrazione appoggiata chiaramente dal centrodestra e legata a doppio filo con la Lega? Ha pensato di coinvolgere tutto il consiglio comunale visto che stiamo parlando di un passaggio fondamentale, che rischia di avere contraccolpi negativi sul nostro territorio nei prossimi anni? Non noi, ma l’Anci Calabria ha espresso tutta la sua contrarietà all’autonomia differenziata. Lo stesso hanno fatto i sindacati, a cominciare dalla Cgil Calabria con il suo segretario Sposato. Addirittura un ministro del governo, Schillaci, ha manifestato preoccupazioni sui possibili contraccolpi sul servizio sanitario nazionale».

Una raccolta firme di 57 sindaci, per lo più di estrazione di centrosinista, su 80 comuni diventa un caso politico per Piccioni: «possibile che, per colpa di questa amministrazione, il Comune di Lamezia sia fuori da una discussione fondamentale che riguarda tutto il Paese? Nelle prossime settimane, promuoveremo banchetti anche nella nostra città, per raccogliere sottoscrizioni alla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, portata avanti dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, proposta che già ora tutti i cittadini possono sottoscrivere sul sito www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it. Sono in gioco i diritti costituzionali che non possono essere subordinato all’egoismo dei territori più ricchi a discapito dei cittadini che abitano nelle nostre regioni del Sud».

Piccioni si augura che «da parte di tutto il consiglio– a prescindere dalle singole appartenenze – ci sia unità d’intenti per lanciare, anche dalla nostra città, insieme alle organizzazioni sindacali, alle associazioni e alle categorie, un messaggio chiaro al governo: no all’egoismo delle regioni più ricche, sì a un’Italia unita e solidale come prevede la nostra Costituzione».

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