Sull’esame di stato di avvocato non a Catanzaro il presidente Mormile sposa la causa del capoluogo, Grandinetti di Lamezia

Il presidente della Provincia chiarisce l'indisponibilità del liceo Fermi ma le altre alternative, quello del Pd lametino rivendica la possibilità di usare i locali ministeriali lametini

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Al consigliere comunale Talerico che «si adira per l’eventuale spostamento della sede degli esami di stato di avvocato a Lamezia Terme» replica Francesco Grandinetti, reputando che «avevo ormai da tempo ammainato la bandiera di una possibile provincia di Lamezia per dedicarmi ad una più che possibile nuova grande area Catanzaro Lamezia, ma queste assurde prese di posizione del consigliere Talerico mi fanno riflettere che facevo bene a lottare».

L’attuale presidente del Pd lametino sull’uso possibile dell’aula bunker esistente nell’area industriale lametina valuta i casi pregressi: «non voglio ancora riflettere sul perché la Cittadella sia nata lì dove è e non nella piana di Lamezia, non voglio ancora riflettere del perché la nostra ASL sia stata soppressa a vantaggio di quella provinciale, non voglio ancora riflettere perché il Dulbecco non tenga conto di Lamezia, e neanche perché l’università sia nata nel posto dove è e non nella centralissima piana di Lamezia. Le uniche cose che non hanno potuto sottrarci sono aeroporto e Stazione centrale, ma solo perché geograficamente non potevano essere spostate in altra sede».

Grandinetti sostiene che «potrei enumerare decine e decine di espoliazioni che ha subito Lamezia, ma mi permetto di dare un consiglio ai politici incauti sull’argomento: non alimentate polemiche, non conviene specialmente in questo momento in cui esiste una rivalutazione politica delle provincie e nel qual solco non può che rinascere la convinzione della assoluta necessità di richiedere con forza la provincia di Lamezia o almeno di formarne una nuova Catanzaro Lamezia con l’intento di rafforzarla rispetto alle altre provincie della regione unificandole anche nel sentimento delle persone. Credo sia giusto parlare di pacificazione e non di battaglie inutili, ma da intraprendere se necessarie».

Sul tema, poiché chiamato in causa, è intervenuto anche il presidente della provincia di Catanzaro, Amedeo Mormile, il quale però sposa la causa del capoluogo: «la comunicazione della Corte di Appello di Catanzaro per richiedere la disponibilità di locali non era indirizzata soltanto alla Provincia ma anche alla Regione, all’Università Magna Graecia e, guarda un po’, al Comune di Catanzaro. Dunque, se il punto (condivisibile) è quello di consentire lo svolgimento delle prove nel capoluogo, mi chiedo perché lo stesso Talerico, visto il suo ruolo preminente nella maggioranza a sostegno del sindaco Fiorita, non si sia fatto avanti con strutture comunali. Penso all’Ente Fiera di Catanzaro, che potrebbe benissimo soddisfare l’esigenza di ospitare 700 partecipanti alla selezione non svolgendo più da tempo le funzioni di Hub vaccinale o l’Auditorium ‘Casalinuovo’ o, ancora, uno dei tanti istituti scolastici di competenza comunale. Insomma, se si vuole evitare il pericolo che a Catanzaro non si svolga la prova scritta dell’esame di avvocato perché Talerico non ha fatto alcuna proposta? Ma si sa: fornire soluzioni concrete e percorribili è molto più difficile che fare del becero populismo e, per giunta, disinformato».

Tornando alla questione del ‘Fermi’, «dopo aver appreso della richiesta della Corte di Appello ho provveduto tempestivamente a confrontarmi dapprima con un suo funzionario incaricato e dopo con l’istituto scolastico. La dirigente scolastica del ‘Fermi’ mi ha rappresentato l’impossibilità di disporre la sospensione delle lezioni dall’11 al 15 dicembre poiché sarebbe impossibilitata a rispettare l’orario didattico minimo da garantire agli studenti. Infatti, a differenza di tre anni addietro, si era già pervenuti alla definizione ed approvazione del calendario scolastico. Francamente evitare far perdere 5 giorni di scuola agli studenti pare un interesse pubblico più che legittimo da comprendere e rispettare, e men che meno potremmo mai considerare l’eventualità di prevaricare alcun dirigente scolastico rispetto a questa preminente esigenza: questione di stile e di rispetto dei ruoli. Di questa interlocuzione, ho provveduto a informare telefonicamente il funzionario della Corte di Appello e contemporaneamente ho dato la disponibilità della Provincia nel fornire soluzioni alternative nella diretta disponibilità della amministrazione provinciale: dalla sala consiliare alla Casa delle Culture o ogni altra sede consona alla prova dell’esame di avvocato».

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