“Il dibattito si sta concentrando sullo scontro con il Presidente rispetto al merito del Piano Strutturale”

Italo Reale chiede di chiudere la polemica politica successiva al proprio intervento in aula

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«Il dibattito si sta concentrando sullo scontro con il Presidente rispetto al merito del Piano Strutturale» lamenta l’esponente del Partito Democratico, Italo Reale, protagonista del fuori programma nell’ultima seduta del consiglio comunale che ha infiammato i toni durante e dopo la convocazione, con però uno scontro dialettico che sta appassionando più l’ambito politico che quello cittadino.

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Reale reputa che «sia necessario tornare alle questioni di fatto e di diritto che accompagnano l’approvazione dello strumento che ha ancora un iter da percorrere ed il cui punto di maggiore crisi, per la città, è l’edificazione di tanto terreno agricolo che ci porterà a diventare gli ultimi in tutte le graduatorie “per l’assegnazione di fondi finalizzati a programmi di rigenerazione urbana o tutela e valorizzazione dei Centri Storici” articolo 20 Quadro Territoriale di Coordinamento Regionale Paesaggistico , tomo IV. Ma questo è solo un aspetto rispetto ai danni che provocherà questa scelta sul traffico (via del Progresso come esempio), sulla qualità e sulla capacità del Comune di reggere livelli di servizi accettabili e quindi sulla qualità della vita dei Lametini, senza considerare il danno all’ambiente per la scomparsa di ettari di verde e l’incidenza negativa sulla stabilità dei suoli e sulla pericolosità delle acque piovane».

L’attuale giunta e consiglio comunale in realtà hanno approvato le osservazioni presentate nel 2015 dai privati, oltre i correttivi approvati nel frattempo dai vari enti, per uno strumento che in aula ha visto in voto solo quei punti, e non l’impostazione che rimane quella data tra il 2011 ed il 2015 dall’amministrazione all’epoca guidata dal sindaco Speranza (con già un Partito Democratico in giunta, in maggioranza, ma non unito nel giudizio sulla pratica).

Se da un lato si chiede così a Giancarlo Nicotera di «chiudere questa vicenda con un chiarimento personale e privato, sicuro che 25 anni di buoni rapporti ci possano consentire di arrivare ad una reciproca comprensione dei motivi che hanno innescato questa situazione», reputando che «in politica si può trascendere quando si discute di principi a cui si tiene molto e quando una situazione arriva ad un punto di rottura si dicono (meglio si gridano) affermazioni di cui ci si deve pentire», dall’altro l’alterco con la consigliera Cittadino viene spiegato anche dal punto di vista di Reale: «con Aquila Villella stavamo discutendo, nel corridoio e non in aula, dall’atteggiamento che dovevamo assumere per il proseguo del Consiglio. E passata e ci ha intimato di non fare i capricci come i bambini. Da qui la mia reazione che ha sintetizzato il fastidio per l’interruzione, per l’ingiuria politica e l’inopportunità dell’intervento. Quindi si è recata in aula e, dalla porta di entrata, ha reso edotto in Consiglio dell’ingiuria ricevuta».

Non ben chiaro rimane perché Reale dovesse concordare in presenza la posizione di un consigliere comunale eletto, anche perché attorno alla sala Luisi altri esponenti del Partito Democratico non manifestavano di condividere la strategia di voler bloccare i lavori imponendo, contro il favore di tutti gli altri eletti, la votazione singola di ognuna delle 180 osservazioni e gli altri punti contenute della delibera di giunta, unico punto all’ordine del giorno su cui ci si sarebbe dovuti esprimere. Anche il resto dell’opposizione, di centrodestra e centrosinistra, non ha espresso voto favorevole alla delibera votando astensione o contrarietà, ma senza voler prolungare ulteriormente un dibattito che aveva visto mesi di confronto in commissione.

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