Masi contrario al divieto di uso di buste nere per la raccolta differenziata a Lamezia Terme foto

Il segretario cittadino del Pd evoca problemi di privacy e chiede sistemi di identificazione che già esistono, comprese le segnalazioni attive dal 2020

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Il divieto dell’uso dei sacchi neri per la raccolta dei rifiuti, vigente in molti comuni di Italia, trova a Lamezia Terme l’opposizione del segretario cittadino del Pd, Gennarino Masi, secondo il quale l’ordinanza del sindaco sarebbe «inopportuna e aggiunge costi a costi, per il momento storico che stiamo vivendo, una crisi economica che sta distruggendo la struttura sociale del nostro territorio con costi sempre più elevati – e parliamo dei beni necessari – con attività commerciali sull’orlo della chiusura e con famiglie che non sono più in grado di pagare le bollette di luce e gas, ma anche della spazzatura», reputando che i sacchetti non opachi siano, secondo «quanto precisato dal garante della privacy, una “imposizione contraria alla normativa posta a tutela della riservatezza dei dati personali e quindi lesiva di un diritto fondamentale della persona”. Per esempio “chiunque si trovi a transitare sul pianerottolo o, comunque, nello spazio antistante l’abitazione, è posto in condizione di visionare agevolmente il contenuto esteriore”».

Se non fosse che il sistema di raccolta differenziata attualmente vigente prevede l’uso di mastelli chiusi, con buste solo per organico, ma in quel caso ad essere utilizzate sono quelle biodegradabili, ed indifferenziato, che con una corretta selezione a monte dovrebbe essere una parte residuale della produzione domestica e di utenze commerciali. Una sola busta, quindi, per 5 diversi mastelli.

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L’ordinanza segue per altro l’invito di associazioni ambientaliste lametine, ed è anche attiva in altre amministrazioni comunali calabresi. Ma per Masi il problema è di identificazione: «non sarebbe stato meglio ordinare l’utilizzo di un sistema di identificazione del produttore, già in possesso della Lamezia Multiservizi (la quale ha avuto un finanziamento pubblico per la fornitura a tutti gli utenti di un tale dispositivo), verificando a posteriori quello che è stato conferito, multando, dopo almeno un avviso, coloro che non rispettano le regole? Una efficace raccolta dei rifiuti può essere effettuata ricorrendo ad altri metodi quali, per esempio, il contrassegnare i sacchetti con codici a barre attraverso i quali è possibile “delimitare l’identificabilità del conferente ai soli casi in cui sia stata accertata la mancata osservanza delle prescrizioni”. Facciamo notare che ciò sta già avvenendo in diversi comuni».

Anche in questo caso la proposta però è tardiva: ogni mastello ha già un codice a barre, e già da 2 anni la Multiservizi ha ricevuto indicazioni sugli avvisi da emanare in caso di conferimenti sbagliati, che non mancano, e non sempre vengono segnalati a dovere.

Obiettivo 65% di raccolta differenziata mensile entro fine anno, ma anche richiami al corretto conferimento da parte della Multiservizi

Per Masi la soluzione sarebbe da un lato «fornire agli utenti le buste idonee durante lo svolgimento del servizio (ad es., ciascun operatore con cadenza da definire, dopo averlo svuotato, deposita nel contenitore della differenziata un certo quantitativo di buste idonee)», il che però sarebbe un costo ulteriore per il servizio ed un ritorno indietro agli albori della raccolta differenziata lametina con dati peggiori (perché la busta è di per se un rifiuto in più se usata per ogni mastello), .

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